NORME GMP NEL SETTORE FARMACEUTICO: CHE COSA SONO E A CHE COSA SERVONO?
- 10 Settembre 2025
- Posted by: fiber-admin
- Categoria: FiberOpticItalia
La sicurezza dei prodotti del settore farmaceutico è assicurata dalle cosiddette Good Manufacturing Practice (GMP), tradotte in italiano come “Norme di Buona Fabbricazione”. Si tratta di un insieme di criteri normativi e operativi che disciplinano la produzione e il controllo di prodotti destinati alla salute pubblica.
Le norme GMP garantiscono che ogni fase del ciclo produttivo – dalla ricezione delle materie prime fino al rilascio del prodotto finito – sia condotta secondo standard qualitativi rigorosi e replicabili. Inoltre, il loro campo di applicazione non si limita al comparto farmaceutico, ma si estende anche a cosmetici, alimenti, integratori e dispositivi medici.
Nelle prossime righe scopriremo cosa sono nello specifico le GMP, quali sono i principi su quali si fondano e quali sono le normative che le regolano dal punto di vista legislativo.
Che cosa sono le norme GMP?
Le norme di buona fabbricazione nel settore farmaceutico si prepongono degli obiettivi ben definiti. Quindi, a che cosa servono?
Come già accennato, la finalità primaria è la tutela della salute del consumatore. L’intento è garantire che ogni prodotto sia conforme ai requisiti richiesti in termini di qualità, sicurezza ed efficacia.
Tuttavia, le norme GMP sono anche utili per:
- prevenire la contaminazione e la contraffazione dei prodotti farmaceutici;
- minimizzare i rischi legati alla variabilità di produzione;
- tracciare e gestire efficacemente richiami e reclami;
- rendere le aziende più affidabili agli occhi delle autorità, dei pazienti e del mercato.
Su quali principi si fondano le Good Manufacturing Practice (GMP)?
Le Norme di Buona Fabbricazione non sono semplicemente un insieme di regole burocratiche, ma si fondano su una serie di principi guida che riflettono un vero e proprio approccio culturale alla qualità sistemica.
Ogni principio delle GMP è stato concepito per ridurre al minimo il rischio di errori, contaminazioni o anomalie nel processo produttivo e per far sì che ogni medicinale immesso sul mercato possa esser definito sicuro al 100%.
In un settore in cui l’errore può avere conseguenze irreversibili per la salute del paziente, l’applicazione coerente e continuativa di questi principi, rappresenta la base imprescindibile per una produzione farmaceutica tanto etica quanto responsabile.
Produzione in ambienti controllati
Alla base delle norme GMP c’è l’obbligo di effettuare tutte le attività produttive in ambienti progettati, mantenuti e monitorati per garantire il massimo livello di controllo possibile. Ciò significa:
- impiego di locali dedicati e, se necessario, separati per evitare contaminazioni incrociate;
- controllo dei parametri ambientali (temperatura, umidità, pressione, qualità dell’aria);
- utilizzo di cleanroom (camere bianche) per la produzione sterile;
- implementazione di protocolli rigorosi per l’ingresso del personale nelle aree a rischio.
Uso di materie prime e materiali qualificati
Ogni materiale che entra nel ciclo produttivo – sia esso un principio attivo, un eccipiente, un solvente o un materiale di confezionamento – deve essere accuratamente selezionato, valutato, testato e qualificato prima del suo utilizzo. Le norme di buona fabbricazione prevedono:
- qualificazione dei fornitori;
- verifica delle specifiche tecniche dei materiali;
- ispezione e quarantena dei lotti in entrata;
- tracciabilità completa dalla ricezione all’impiego.
L’adozione di materie prime non conformi o non controllate rappresenta uno dei principali fattori di rischio nella produzione farmaceutica, motivo per cui il sistema GMP prevede barriere multiple di controllo.
Prevenzione della contaminazione e della cross-contamination
Una delle minacce più insidiose per la sicurezza dei prodotti farmaceutici è rappresentata dalla contaminazione crociata, ovvero il trasferimento accidentale di sostanze da un prodotto all’altro o da un ambiente all’altro. Tra le finalità delle norme GMP c’è anche la prevenzione di tale fenomeno attraverso:
- produzione in ambienti fisicamente separati o in momenti differenti;
- sanificazione tra lotti di produzione;
- uso di attrezzature dedicate o adeguatamente pulite;
- controlli particellari e microbiologici periodici.
In contesti particolarmente delicati, come la produzione di prodotti citotossici o ormonali, le GMP prevedono l’applicazione di standard ancora più stringenti, fino alla separazione completa delle linee produttive.
Validazione dei processi e dei sistemi
Un aspetto centrale delle Good Manifacturing Practice è che ogni processo critico deve essere convalidato, ovvero documentato con dati precisi riguardanti:
- i processi di produzione (es. miscelazione, granulazione, sterilizzazione)
- i metodi analitici di controllo qualità;
- i sistemi di pulizia e sanitizzazione;
- i software utilizzati nella gestione del processo (es. sistemi ERP o LIMS);
- le apparecchiature critiche.
La validazione fornisce una garanzia oggettiva della solidità operativa e della ripetibilità del processo.
Documentazione completa e tracciabilità
Il processo di validazione appena osservato è essenziale anche per assicurare la tracciabilità totale nel settore farmaceutico. Le norme GMP richiedono il mantenimento di:
- Batch Record di produzione e confezionamento;
- Logbook di utilizzo delle attrezzature;
- registri di pulizia, manutenzione e taratura;
- procedure operative standard (SOP) firmate e revisionate;
- moduli di deviazione, CAPA e Change Control.
La documentazione deve essere accurata, leggibile, conservata in modo sicuro, e deve rispettare il principio dell’ALCOA (Attributable, Legible, Contemporaneous, Original, Accurate).
Capacità di richiamo efficace e tempestivo
Tra gli aspetti più rilevante delle norme di buona fabbricazione va annoverata anche la capacità di identificare e ritirare rapidamente un lotto non conforme già distribuito sul mercato. Il sistema GMP prevede la presenza di un piano di recall ben definito e periodicamente testato, che include:
- una banca dati aggiornata di clienti e distributori;
- procedure di comunicazione immediata;
- strategie logistiche per il ritiro fisico dei prodotti;
- analisi delle cause e implementazione di azioni correttive.
Cultura della qualità e miglioramento continuo
Ultimo, ma non meno importante aspetto delle norme GMP, è la promozione di una vera e propria cultura della qualità, che coinvolga ogni livello dell’organizzazione. La qualità non è confinata al laboratorio di controllo o al reparto QA, ma deve essere integrata nel pensiero e nell’agire quotidiano di tutti gli operatori.
A tal fine le Goog Manifacturing Practice stimolano:
- il monitoraggio costante dei processi;
- l’identificazione proattiva delle criticità;
- l’implementazione di sistemi di Quality Risk Management;
- l’uso di strumenti analitici come audit interni, Product Quality Review (PQR) e analisi di tendenza.
Chi è preposto al controllo del rispetto delle norme GMP?
La verifica del rispetto delle norme GMP viene effettuata dalla Qualified Person (QP). In Italia, questa figura è designata dall’AIFA e assume la responsabilità legale del rilascio di ogni singolo lotto di prodotto
Norme di buona fabbricazione, qual è il quadro normativo di riferimento?
La prima regolamentazione delle norme GMP risale a quasi 90 anni fa. Infatti, nacquero dopo che nel 1937 un farmaco contaminato causò oltre cento vittime negli Stati Uniti. L’anno successivo il governo approvò il Federal Food, Drug and Cosmetic Act.
L’evoluzione normativa continuò fino alla pubblicazione, nel 1968, delle prime linee guida internazionali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In Europa, l’adozione delle GMP è avvenuta tramite le direttive 2001/83/EC e 2001/94/EC, poi recepite in Italia con il D.Lgs. 219/2006. Negli USA, la FDA ne formalizza l’applicazione attraverso il Code of Federal Regulations (CFR), con particolare riferimento ai Titoli 21, Part 210 e 211.
Accanto alle normative ufficiali appena citati, esistono standard ISO che integrano e approfondiscono gli aspetti qualitativi legati alle norme di buona fabbricazione. I principali sono:
- ISO 15378: applicabile ai produttori di materiali di imballaggio primario, come blister, flaconi o contenitori sterili. Questa norma combina i requisiti GMP con quelli della ISO 9001, definendo in maniera esaustiva le caratteristiche del packaging farmaceutico.
- ISO 22716: dedicata ai prodotti cosmetici, offre una guida pratica per l’applicazione delle GMP in un settore meno regolamentato rispetto al farmaceutico, ma comunque esposto a rischi per la salute del consumatore.
Come gli endoscopi industriali contribuiscono all’applicazione del sistema GMP?
Nei paragrafi precedenti abbiamo osservato come la pulizia e la sanificazione degli impianti non possa essere assolutamente trascurata in ambito farmaceutico. Gli endoscopi industriali consentono di verificare la presenza di depositi, crepe o contaminanti nascosti, le quali potrebbero sfuggire a una semplice ispezione visiva esterna.
Inoltre, le sonde endoscopiche permettono di effettuare ispezioni periodiche utili alle figure preposte, come la già citata Qualified Person, per verificare lo stato dei macchinari senza necessità di alcuna operazione di smontaggio.
Gli endoscopi si sposano perfettamente anche con le esigenze di tracciabilità e documentazione del settore farmaceutico. Piattaforme, come Matrix offerto da Fiber Optic, connettono tra loro i sistemi ottici utilizzati per le ispezioni ed offrono la possibilità di raccogliere e catalogare nel tempo tutte le immagini in alta risoluzione raccolte.