SICUREZZA SUL LAVORO, QUALI MISURE E NORME ADOTTARE IN AZIENDA?
- 1 Giugno 2025
- Posted by: fiber-admin
- Categoria: FiberOpticItalia

Nel solo 2024 le denunce di infortuni e malattie sul lavoro sono state quasi 90.000, registrando un triste +21% rispetto l’anno precedente. Per quanto riguarda i morti sul lavoro il dato ha superato le 1000 vittime, una statistica ancora tristemente in aumento in confronto al 2023. Alla luce di questi dati è doveroso fare qualcosa in più in tema di sicurezza sul lavoro.
Che cosa è quindi necessario per garantire la sicurezza in azienda? Nelle prossime righe osserveremo le misure preposte, le normative di riferimento e tutte le figure che devono concorrere per mantenere standard volti a salvaguardare la salute dei lavoratori.
Che cosa si intende con sicurezza sul lavoro?
Se dovessimo fornire una definizione di “sicurezza sul lavoro” la indicheremo come quelle insieme di misure e norme che si prepongono la tutela della salute e dell’incolumità dei lavoratori.
Rappresenta un concetto che va ben oltre l’obbligo normativo o la semplice adozione di dispositivi protettivi: riguarda la cultura aziendale, la formazione continua, la responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti e l’adozione di tutto ciò che è necessario per prevenire infortuni e malattie professionali.
La sicurezza sul lavoro va intesa per le aziende non come un costo, ma un vero e proprio investimento. Un ambiente salubre e sicuro, in cui il lavoratore possa sentirsi a suo agio e protetto, incrementa anche la produttività ed il cosiddetto benessere aziendale.
Il D. Lgs 81/08: cosa dice la legge sulla sicurezza sul lavoro?
Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 regola dal punto di vista legislativo la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Noto anche “Testo Unico sulla Sicurezza”, è stato redatto per armonizzare e razionalizzare tutta una serie di leggi precedenti sul tema fino a quel momento troppo frammentarie e confuse.
L’attuale testo di legge raccoglie e coordina tutte le disposizioni fondamentali relative alla prevenzione degli infortuni e alla protezione della salute dei lavoratori. Il suo compito però non si limita alla sistematizzazione appena citata. Il D. Lgs 81/08 ha un carattere indubbiamente innovativo: ha introdotto per la prima volta un modello di gestione partecipativa, in cui la prevenzione non è solo responsabilità del datore di lavoro, ma si trasforma in un processo collettivo capace di coinvolgere attivamente ogni componente dell’organizzazione aziendale.
La norma è stata successivamente integrata e modificata da altri provvedimenti, come il D.Lgs. 106/2009, il D.Lgs. 151/2015 e, più di recente, dal D.L. 146/2021, convertito nella Legge 215/2021, che ha inasprito la disciplina in caso di violazioni.
I principi generali del Testo Unico sulla Sicurezza
Uno dei “pilastri” del Testo Unico sulla Sicurezza è l’articolo 15, il quale elenca le misure generali di tutela da attuare per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra queste le principali sono:
- valutazione di tutti i rischi (fisici, chimici, biologici, ergonomici, psicosociali);
- eliminazione dei pericoli alla fonte o riduzione al minimo;
- rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro;
- programmazione della prevenzione, anche in funzione del progresso tecnologico;
- formazione, informazione e addestramento di lavoratori, dirigenti e preposti;
- consultazione dei rappresentanti dei lavoratori;
- gestione delle emergenze e adozione di misure antincendio e primo soccorso;
- priorità della protezione collettiva rispetto a quella individuale.
Chi si occupa di verificare il rispetto delle disposizioni di legge?
Il rispetto delle norme viene verificato da enti come l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, le ASL e i Vigili del Fuoco. I controlli possono essere programmati o a sorpresa. Il mancato rispetto delle disposizioni di legge comporta tutta una serie di sanzioni, che vanno dalla semplice ammenda a provvedimenti penali. Purtroppo, capita spesso che in caso di incidenti mortali il datore di lavoro subisca un’imputazione per omicidio colposo.
Quali sono le figure coinvolte nella sicurezza aziendale?
Come già osservato nel paragrafo precedente, il carattere innovativo del D. Lgs 81/08 sta proprio nell’introduzione di un modello di gestione partecipato, in grado di coinvolgere tutte le figure presenti in azienda. Ma quali sono nello specifico?
Il datore di lavoro è il principale garante della sicurezza. È lui che deve individuare i rischi, valutare il loro impatto e adottare tutte le misure necessarie a eliminarli o ridurli. Deve inoltre fornire i dispositivi di protezione individuale (DPI), organizzare la formazione e la sorveglianza sanitaria, redigere e aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Accanto al datore troviamo il dirigente, che traduce operativamente le direttive in azioni concrete, e il preposto alla sicurezza, al quale spetta il compito di vigilare sul rispetto delle misure di sicurezza nel contesto aziendale. Quest’ultima figura non era un tempo formalmente prevista, ma le ultime modifiche al Testo Unico sulla Sicurezza hanno decretato l’obbligatorietà della sua presenza.
Tra le figure preposte al mantenimento della sicurezza sul lavoro va anche citato il lavoratore. Infatti, è un soggetto attivo con obblighi e doveri da rispettare, come ad esempio, utilizzare correttamente i DPI, segnalare eventuali situazioni di pericolo e contribuire, attraverso il proprio comportamento, a creare un ambiente di lavoro sicuro.
Le figure preposte alla sorveglianza sanitaria
Il D. Lgs 81/08 prevede anche la nomina di alcune figure specialistiche che collaborano con il datore di lavoro al fine del mantenimento e dell’aggiornamento degli standard di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Tra queste troviamo il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), che supporta il datore di lavoro nella valutazione dei rischi e nell’elaborazione delle misure di prevenzione. Può essere un dipendente interno o un consulente esterno, purché sia in possesso di specifiche competenze tecniche e formative.
Altra figura fondamentale ai fini della sicurezza sul lavoro è il Medico Competente, ovvero la figura sanitaria incaricata di svolgere la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a determinati rischi. Si occupa di varie attività, tra cui l’organizzazione di visite mediche periodiche per i dipendenti.
A rappresentare questi ultimi c’è invece il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): si confronta in tema di sicurezza con il datore di lavoro, ha accesso alla documentazione aziendale e, laddove necessario, effettua delle proposte migliorative.
Infine, non bisogna dimenticare gli addetti alle emergenze, selezionati e formati per gestire situazioni critiche come incendi, evacuazioni e pronto soccorso.
L’importanza del Documento di Valutazione Rischi (DVR)
L’attività di prevenzione si concretizza anche nella redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Di che cosa si tratta?
Il DVR viene redatto dal datore di lavoro insieme all’RSPP e il medico competente, previa consultazione del RLS. Al suo interno vengono identificate le possibili fonti di pericolo negli ambienti di lavoro e si effettua una stima dei potenziali rischi e della probabilità che accadano. Al tempo stesso, vengono stilate tutte le misure di prevenzione e protezione da adottare.
Il DVR deve essere aggiornato ogni qualvolta mutano le condizioni lavorative, emergono criticità o semplicemente si introducono nuove tecnologie.
Senza dimenticare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
La redazione del Documento di Valutazione dei Rischi è solo il primo passo per implementare le misure di sicurezza sul lavoro. Dalla teoria è ovviamente necessario passare alla pratica. In che modo?
Ogni azienda deve:
- garantire un’adeguata formazione in materia di sicurezza sul lavoro ai propri dipendenti;
- rendere l’ambiente il più sicuro possibile attraverso l’adozione dell’adeguata segnaletica e l’installazione di impianti necessari per rendere i luoghi di lavoro salubri, come ad esempio quello di aerazione e illuminazione;
- adottare strumenti di lavoro certificati e sicuri;
- adottare buone pratiche ergonomiche;
- assicurare la presenza dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Questi ultimi, vanno dal casco ai guanti, dalle calzature antinfortunistiche alle mascherine filtranti: ogni impresa ha l’obbligo di sceglierli in funzione dei rischi specifici presenti nel proprio contesto lavorativo. Dal canto loro, i lavoratori li devono utilizzare e soprattutto indossare correttamente.
La formazione per creare una cultura della sicurezza
Una delle leve più potenti per migliorare la sicurezza è senza ombra di dubbio la formazione. Come già accennato qualche riga più su, il datore di lavoro deve assicurare ad ogni dipendente un’adeguata formazione fin dall’inizio del rapporto di lavoro.
Ogni lavoratore deve avere la possibilità di aggiornarsi in caso di cambio mansione, introduzione di nuove attrezzature o modifiche organizzative. L’obbiettivo della formazione non è semplicemente quello di trasmettere delle nozioni tecniche, ma quello di sviluppare una vera e propria cultura della sicurezza in grado di stimolare atteggiamenti responsabili e spirito di collaborazione.
Gli endoscopi per migliorare la sicurezza di lavoratori ed impianti
Tra le misure pratiche che ogni azienda dovrebbe attuare per garantire la sicurezza sul lavoro abbiamo citato anche l’adozione di strumenti certificati e sicuri. Tra questi rientrano anche gli endoscopi industriali. Ma come tali dispositivi possono aumentare il livello di sicurezza degli impianti e dei lavoratori stessi?
Il supporto negli impianti
Una delle principali funzioni degli endoscopi industriali è offrire un “occhio remoto” in spazi angusti o nascosti.
Le sonde, grazie alla loro flessibilità e al diametro ridotto, possono essere inserite in tubature, serbatoi, intercapedini o componenti interni senza dover smontare i macchinari.
Tutto ciò consente ispezioni visive dettagliate dei vari componenti, rilevando tempestivamente segni di usura, crepe, corrosione, accumuli di materiale o altri difetti nascosti.
Ad esempio, un operatore può usare un videoscopio per controllare l’interno di una caldaia o di un motore per scovare eventuali microfratture o incrostazioni prima che generino un guasto improvviso.
Gli endoscopi offrono l’opportunità di verificare lo stato di salute degli impianti in tempi rapidi scongiurando così che piccoli problemi si trasformino in potenziali pericoli, capaci di mettere a repentaglio anche l’incolumità dei lavoratori.
Più protezione per i lavoratori
Oltre a tutelare gli impianti, gli endoscopi industriali proteggono la sicurezza dei lavoratori limitando la necessità di interventi diretti in ambienti tanto ostili quanto pericolosi.
Infatti, le ispezioni tradizionali richiederebbero a tecnici specializzati di introdursi fisicamente in spazi angusti, come ad esempio serbatoi, pozzi, cunicoli, oppure di operare a contatto con sostanze tossiche, alte temperature o radiazioni.
Ovviamente tali attività espongono il personale a gravi rischi, tra cui asfissia, intossicazione e ustioni. Grazie agli endoscopi, invece, l’operatore può restare a distanza di sicurezza, effettuando l’ispezione da una postazione esterna tramite monitor.
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